Un giorno lunghissimo, passato esclusivamente sugli aerei della American Airlines.

Con questa compagnia aerea avevo fatto solo una tratta da New York a Londra ma non la ricordavo così pessima.

Iniziamo dal fatto che al momento della prenotazione non si può scegliere il posto e se per caso decidessi di cambiarlo, il prezzo medio si aggira sui 98 US dollar a persona per tratta. Alla faciazza.

Fortuna volle che la vicina di fila, la stessa che ha chiesto a mia madre se viaggiava con suo marito, si è offerta volontariamente a scambiare i nostri due posti con quelli occupati dalle zie, due mummie incartapecorite….

Così ho potuto starmene vicino al finestrino e osservare il mondo da un oblò. Per il resto, una noia mortale perché il paesaggio era completamente coperto dalle nuvole. Da qualche parte, su in alto, ci sono stati ampi squarci attraverso i quali si potevano osservare paesaggi desertici completamente ghiacciati. La vista su Miami però è stata davvero spettacolare.

L’American Airlines ha degli aeromobili vecchissimi, senza monitor, quelli dai quali si può conoscere la rotta. Niente. Di niente. Chiusi, al buio, senza sapere dove ci trovassimo.

Poi quel logo della livrea! Così sbilanciato, assimmetrico, posto su due piani divergenti (quello delle ali e quello della testa dell’aquila) che disturba la vista e il sottoscritto. Per non parlare di quella specie di bandiera disegnata sull’ala, con undici strisce (ma non dovrebbero essere tredici?). Era bello il vecchio logo, quello con le due A e l’aquila sorante in mezzo.

La carlinga di bianco avorio ha sostituo quella che una volta era solo di metallo. Gli aerei dell’AA li riconoscevi subito; sembravano delle scatole di sardine.

Lo scalo a Miami è stato breve e intenso. Dopo aver percorso chilometri e chilometri di corridoi, la homeland security è un qualcosa che non augureresti al peggior nemico. Ma siamo riusciti a passarre indenni.

Mater ha iniziato ad armeggiare col cellulare proprio sotto l’insegna che ne vietava l’uso.

Il tramonto di Miami è stato veramente spettacolare. Nonostante la fatica, la ricompensa è stata grandiosa: un tramonto così sulle Bahamas è da far scendere le lacrime per giorni interi.

E ora scrivo da Antigua. Inizio un po’ così così, ma di questo lo racconterò domani stay tuned…