Dopo la pioggiaccia di ieri, oggi sole e cielo azzurro per tutta la giornata. A dire il vero, qualche nuvolaglia è transitata stamattina oscurando il cielo e facendoci provare un brivido di freddo. Stavano già partendo le litanie ma poi finalmente è tornato il sole ed è rimasto così per tutto il tempo.

Torremolinos mi ha salutato con un’alba bellissima tra i palazzacci dell’House Sol, tre saracinesche gigantesche che chiudono la vista del mare. Insomma la città ha potuto fare quello che poteva. D’altronde se è brutta lo sarà per sempre.

Ho deciso di andare a Granada, non so perché di preciso, ma l’alternativa era Gibilterra. Probablmente temendo il brutto tempo, non volevo sprecare il mare con la pioggia perché sarebbe stato proprio triste.

Mater si è scofanata mezzo bancone dei quattro a disposizione per la colazione, io mi sono contenuto un po’. Partenza poco dopo aver fatto un giro sulla spiaggia, raccogliendo le conchiglie.

In poco più di un’ora arriviamo a Granada, percorrendo la 95, un’interesssnte città dell’Andalusia. La cornice scenografica della Sierra Nevada, completamente imbiancata, era di una bellezza esagerata.

Dopo aver parcheggiato l’auto, proprio accanto alla fabbrica di birra Alhambra, e dopo aver rischiato di entrare in piena ZTL, mater si è fiondata nella prima chiesa e io sono stato costretto a sedermi tra i vecchiettini che mi guardavano malissimo. L’alternativa era entrare in chiesa e iniziare le litanie. Ma non mi sembrava il caso.

Andando a naso, in mancanza di una cartina, ho cercato di salire in alto, sempre più. Mater arrancava ma non osava dirmi niente. Forse era in colpa della cena di ieri e doveva in qualche modo smaltirla. Giunti in una piazzetta, Mater, seduta su una panchina, ha approfittato di connettersi con il suo mondo social. Figurati ormai lei e FB sono una cosa sola. Così, non ancor pago della salita, abbiamo percorso l’ascesa all’eremo di San Michele. Mater mi ha seguito senza fiatare e senza protestare.

San Michele doveva essere proprio un’orso, visto dov’è andato a rintanarsi. A due passi dalla Sierra Nevada e proprio sulla città. Un posto incantevole. Ovviamente Mater ha approfittato per il suo momento social, anziché ammrare la città dal mirador.

Siamo scesi a rotta di collo fino all’incontro fatale con una pasteleria, dove, aihmé, ci ho lasciato il desiderio di divorare tutti i pasticcini. Mi sono accontentato di una specie di cannoncino. Abbiamo così girovagato per il centro, facendo contenta Mater che ha iniziato a sbirciare nei negozi.

Granada. una gran bella città, forse fin troppo grande per i miei gusti. L’ho sempre pensata ogni volta che entravo al Fatebenebrothers di Erba e vedevo il San Giovanni di Dio. Così finalmente dopo trent’anni di lavoro, ho visto il santo e il melograno da dove è partito tutto.

Al ritorno, una corsa velocissima fino alla costa per ammirare il tramonto.