Il caro John Donne lo diceva nella sua poesiola: No man is an island, entire of its self. Me la ricordo la prof di letteratura inglese, la Telly, che animosamente spiegava che no, l’uomo non può essere chiuso in se stesso ma fa parte di un continente. Se venisse a mancare addirittura una zolla di terra, Europe is the less.
Questo lo annunciava la Telly portavoce ufficiale del Giovanni, ma io su quell’isola vi ero rimasto per un giorno intero e una lunghissima notte e non avevo neppure scomodato la signorina Europa e i suoi promontori.
Anzi, ero fermamente convinto di bastare a me stesso e di certo in quella notte misteriosa, insonne, ricca di fantasie e di desideri brucianti, mi ero così saziato a tal punto che la pancia scoppiava. Sul lucido dei marmi si era consumata la passione ma poi, basta, ad un certo punto non mi interessò. Mi ero girato dall’altra parte, scrutando il buio, perché dovevo spegnere lo sguardo, perché la mia codardia mi lasciava spiazzato.
Volevo il silenzio, preferivo rintanarmi sotto le coperte gelide, dure e spezzare i singulti. Sentivo un impellente bisogno di pregare, di recitare una prece con le labbra serrate e i pugni chiusi. E di rimanere solo con me stesso, in quell’isola e in nessun altro posto. Perché less is more…
You Better Leave Me – Liam Bailey
You better leave me Better leave me I’ll be cold inside Whiskey make the time Did you know, darling? Showed you all I knewI’ve been lonely, darling I’ve been feeling blue Every time I try to stop my own faith I come all alone, darling I am playing games You better leave me, darling You better leave me Love is with me I look in the mirror I am to blind to see All I know I felt so much younger Now I feel the age I come all alone, darling I am playing games You better leave me, darling You better leave me Do you remember When everybody was so young Always making love And always having fun Now I don’t even like The sound of my own name Make the changeI come all alone, darling I am playing games And you don’t need it I am playing games You better leave me darling You better leave me To make the change Make the change
You better leave meBetter leave meI’ll be cold insideWhiskey make the timeDid you know, darling?Showed you all I knewI’ve been lonely, darlingI’ve been feeling blueEvery time I try to stop my own faithI come all alone, darlingI am playing gamesYou better leave me, darlingYou better leave meLove is with meI look in the mirrorI am to blind to seeAll I know I felt so much youngerNow I feel the ageI come all alone, darlingI am playing gamesYou better leave me, darlingYou better leave meDo you rememberWhen everybody was so youngAlways making loveAnd always having funNow I don’t even likeThe sound of my own nameMake the changeI come all alone, darlingI am playing gamesAnd you don’t need itI am playing gamesYou better leave me darlingYou better leave meTo make the changeMake the change
A proposito dell’Insubria: ne ho vettrializzato il logo. Lo inserirò probabilmente nel mio curriculum geografico e in altri lavori.Non ho impiegato molto a riprodurlo: è così semplice. Il dilemma, purtroppo, che non riesco a risolvere e che rimane sempre sempre nella mia testa, invece, è proprio la sua espressione in latino: perché non citarla con Insubriae Universitas Studiorum anziché…
1- perché non hai fatto alcun lavoro in giardino 2- perché mi hai detto di essere partito oggi quando invece eri già via mentre mi trovavo ad Oslo 3- perché i sentimenti feriti hanno un grandissimo valore 4- perché il disprezzo ti rende un uomo viscido 5- perché non sai cos’è la misericordia (gran bella…
Venerdì vado alla Reunion (badate che non ho scritto all’AREUnion, quella domani ad Erba, per la quale mi sto già cagando sotto, non si sa mai, il capo…). Il motto è preso in prestito dalla Compagnia francese delle Indie Orientali (così assicura il sito Wikipedia) e vuol dire: “Io fiorirò ovunque sarò portata” (il latino…
Lo so che questa storia della San Paolo mi sta scappando di mano ma non posso farci niente. Dunque, riassumiamo. La Popolare di Vicenza è fallita e le sue spoglie agonizzanti sono state raccolte da questa grande banca, mica si chiama San Paolo per nulla. Senza chiedermi il permesso, mi sono ritrovato dall’oggi al domani…
E io che pensavo il Brasile fosse un luogo felice, tutto samba, piume, Carnevale, Rio e Bahia! Da ieri, grazie anche a un irrefrenabile bisogno di scovare film che non fossero necessariamente banali e scontati, mi si è aperto un mondo nuovo. Un po’ sconvolgente questo Tropicalismo, di cui credo di non aver capito molto, se…
Dovevo farlo: andare nella vecchia casa e dire addio a questi lunghi 18 anni. Ne sentivo l’esigenza. Lo desideravo. Doveva essere l’ultima volta che avrei camminato in quel parco grande, nascosto e sconosciuto alla maggior parte delle persone. Ho aperto il cancello e con calma mi sono diretto nei vialetti. Ho aspettato i tempi di…