Jake è sparito dietro un anfratto del mobile e noi a cercarlo nei dintorni dell’albergo, tra i prati bavaresi verdissimi, sotto i cespugli. Già pensavo di lasciare una lapide in memoria di Jake.

La finestra era accostata ma non chiusa, dal balcone c’era un insidiossisimo buco e già pensavo all’ennesima fuitina. Poi tra lacrime, improperi, e non dico cosa altro, se ne è uscito raggiungendomi in bagno mentre ero intento a riflettere sulle disgrazie del mondo con la brache calate.

Ok, alle 10,30 ormai il sole era bello e splendente nonostante la pioggia copiosa delle ore precedenti!

Siamo al molo alle 11 e prendiamo il traghetto per l’isola del castello.

Chi lo ha ha costruito era proprio un orso megalomane. Al centro dell’isola proprio in mezzo al bosco fitto. Jake ha capito che c’era da camminare e si è impiantato dopo aver visto un cervo. L’ho dovuto portare in braccio fino al piazzale principale. Ha incominciato a litigare coi cavalli delle carrozze mentre loro tranquillamente defecavano in sincronia.

Io ho fatto tutto il percorso dei giardini dai disegni simmetrici. Jake ha cercato di catturare le due paperelle che sguazzavano nella fontana. Cosi dopo aver fatto una parte del sentiero sul lago, alle 14 abbiamo preso il secondo traghetto per l’altra isola. Sembrava di essere a un tour delle isole borromee del lago Maggiore. Siamo arrivati cotti, con il sole a picco, Jake bolliva. La seconda isoletta, sembrava l’isola di San Giulio, con il monastero e alcune casette lungo il periplo. Tutto molto suggestivo e tutti i giardini con barbeque. Una fettazza di cheesecake, una coca e un rutto di quelli memorabili da far impallidire le povere suorette di clusura, era già tempo di prendere il traghetto

Così alle 18 siamo tornati. Giusto per vedere un po’ il pase di Rosenheim e poi ci siamo infilati in una gasthoff bavarese.