Il sud ancora mi mancava. Così le tappe della giornata odierna sono state le innumerevoli spiagge nella parte meridionale di Mahé. Dopo una mattinata incerta, il sole ha fatto capolino tra le nuvolaglie conquistandosi sempre più spazio. Il cielo finalmente di un bel celeste e il mare di quel verde smeraldo che tutti immaginano pensando alle Seychelles.

Ci siamo fermati al terminal dei traghetti, giusto per capire se si poteva fare un’escursione. Non immaginate il casino che c’era! Una fila chilometrica come quella che si faceva ad Expo per vedere il Giappone.

Ci ho rinunciato immediatamente, puntando invece sulla marina di Eden Island. E lì persone cagose in yacht non ti guardavano nemmeno. Se fossi stato disposto a pagare non so quanto e ad affittare una barca, lo skipper e altre mene, allora sì che avrei trovato qualcuno disposto a traghettarmi a Cerfs Island. Non ho mandato a quel paese nessuno ma poco ci è mancato.

Mi sono rilassato sulle spiagge delle baie poco oltre la pista dell’aeroporto dove la barriera corallina, spostata di un bel po’ di metri al largo, creava ampissime piscine naturali. Bello satollo mi sono bollito ben bene nel verdeazzurro di quell’acqua meravigliosa.

In una di queste baie, Mater ha fatto conoscenza con delle Baywatch tracagnotte: due creole che indossavano la divisa della Seychellois Police così caciarone che dubitavo sarebbero riuscite a salvare qualcuno. Mater si è infilata nei loro discorsi non so in quale lingua e hanno iniziato come delle zabette impazzite a ciacolare mentre ero a fare lo snorkeling.

Ci siamo fermati nel centro cittadino di Anse Royale sede dell’Università delle Seychelles. Non c’era turismo, finalmente ho trovato le isole autentiche, fatte di persone che vanno a fare la spesa, che tornano dal lavoro, e di autobus scalcagnati.

Al ritorno mi sono accorto che la ruota posteriore destra era sgonfia, così ho chiesto al renter dell’aeroporto cosa dovevo fare. Lui con nonchalance mi dice di andare nel benzinaio di fronte e di farle gonfiare. Apperò, ma io non so neanche come sia fatta una ruota a momenti! La benzinara che aveva una gran voglia di lavorare ha chiesto al primo automobilista se poteva dare aria ai pneumatici della mia auto. Le ha risposto con gentilezza, a me invece ha guardato in cagnesco, per dirmi, “ma sei cretino, non sei capace di gonfiare una ruota?” Io con un sorriso angelico gli ho fatto capire che per me era già tanto usare quella roba chiamata sterzo e dei pedali e niente più.

Così il pompista mi ha gonfiato solo la ruota sgonfia e se ne è andato senza poterlo ringraziare. Uffa, si vedeva che non era un creolo. Adesso la ruota è gonfia, non so quanto possa durare.