Piuma, il contenuto di una scatola cranica di un demente
Per fortuna che il biglietto di questa pellicola non costava nulla, altrimenti ne avrei richiesto il rimborso. Osannato al Cinema di Venezia, il film è una cagata colossale e mette a dura prova l’intelligenza degli spettatori.
Ferro e Cate, due cretini -ma che nomi sono?- dopo aver scopato si ritrovano con una sorpresa nella pancia di lei (è meglio specificarlo, non si sa mai!). Questo è l’antefatto perché il film inizia a frittata fatta. Ora, nessuno dei due dementi si pone il problema della genitorialità, del futuro, di fare un primo passo verso la consapevolezza della filiazione. Fotte loro una mazza che lei è piena. Anzi, ci sono altri problemi pressanti: la maturità vissuta più che altro come un fastidio, la frequentazione assidua e maniacale degli amici, la convivenza stretta e inconciliabile coi genitori più capre di questi imberbi, e, infine, le vacanze sballo in Marocco. Per il resto non si preoccupano della figlia in grembo. E’ solo un’entità che è lì da qualche parte.
Si scopre che Cate (con la C è più trendy) aveva già abortito (‘rca troia), che per lei tenere il bambino è ora un impegno da onorare perché sai, mica si può abortire sempre.
Ferro, come la sua crapa, invece è fissato con le paperelle disperse in mare dopo un incidente a un mercantile salpato da Hong Kong. Se una paperella può permettersi di viaggiare per l’oceano dopo questa incredibile evenienza, allora la bimba che nascerà dovrà vivere un’avventura straordinaria e in più deve essere leggera, appunto, come una piuma perché il mondo con tutte le problematiche connesse è pesante. Dico io, Ferro ha smaronato con le paperelle, ora ci viene a parlare di piume? Oca, come la madre, avrebbe dovuto chiamarla, la pischella. Idiota!
Neanche una minaccia di aborto al primo o secondo mese squarcia il mondo di bambagia nella quale sono immersi. Minaccia d’aborto, che di per sé basterebbe a inchiodarla nel letto per i successivi mesi. No, de coccio, continuano imperterriti nella loro beata ignoranza e quotidianità fatta di nulla. Ma la cosa che più mi fa innorridire è che Ferro, che non sa tenere le mani e l’uccello a posto, riempie la zia (o parente) e la mette incinta. Certo anche lei! Ma sei davvero demente? Però di questa procreazione se ne parla per ben cinque minuti, all’insaputa del deficiente, e la si risolve con un’indifferenza che mi terrorizza. Ah, il bambino l’ho perso… Ma, cazzo, tutti minus habens in questo film? Così il Ferro che affonda nel buco nero della Cate, si sposta di pelo pubico in pelo pubico. Per non parlare dei genitori, di cui meglio stendere un velo pietoso.
Ecco, non aggiungo altro perché veramente ho rischiato di vomitare nel decolté della signora seduta accanto che era estasiata da questo film.
Francesca Michielin – Almeno tu
Ti aspettoLuce morbida saraiQuando al buioL’aurora sveglieraiTi aspettoMentre sento scenderePetali di lacrimeE respiro un bacio sofficeTi aspettoIo non cerco altro saiAlmeno tuAlmeno tuChe dal blu dei miei giorni mi salveraiE l’inverno degli occhi mi asciugheraiAlmeno tuSalvami tuTi guardoMentre brilla la cittàE l’estate arriva giàE mi scalda l’animaTi guardoDelicato e fragileMentre piove su di meE nell’aria sento solo teTi guardoNulla mi spaventa ormaiAlmeno tuAlmeno tuChe dal blu dei miei giorni mi salveraiE l’inverno degli occhi mi asciugheraiAlmeno tuSalvami tuSalvami tu
Diciamo che lui ben lontanamente può definirsi re; bé scozzese almeno lo è. Questo neolaureato, ingenuo, che neanche io nei miei momenti di riconglionimento totale, diventa dapprima il medico di Id Amin Dada, presidente despota sanguinario dell’Uganda e poi suo stretto consigliere. Ora, va bene che vuoi dare una motivazione alla tua vita e che…
In all those 10 years you lived as you were on the edge. Do not be afraid anymore to fall down. Now, no one, no fear, no pain and sorrow could hit you. I am sure… I will tell you this afternoon and I will keep in my heart our own little secret… Rest in…
My dear and love, sono qui nel flusso silenzioso dei pensieri natalizi. Ho già mezionato questa frase in altre occasioni: è bellissima. Parole grandi come il mondo, come la maestà di un volo di gabbiano. Volevo gridarla perché la purificazione passa da questo senso di rassegnato dolore. Deposte le armi rimangono soltanto la speranza e…
“Quando si smette di amare, in genere non si ha la pazienza di aspettare che finisca bene. Si cerca la strada più breve: la rottura, la sofferenza. Invece ci vuole lo stesso impegno e la stessa intensità dell’inizio, bisogna superare gli egoismi, vivere questo momento con la stessa passione, far sentire alla persona lasciata tutto…
E io che pensavo il Brasile fosse un luogo felice, tutto samba, piume, Carnevale, Rio e Bahia! Da ieri, grazie anche a un irrefrenabile bisogno di scovare film che non fossero necessariamente banali e scontati, mi si è aperto un mondo nuovo. Un po’ sconvolgente questo Tropicalismo, di cui credo di non aver capito molto, se…
Nella scorsa tornata elettorale il Corriere e i suoi giornalisti (in primis Beppe Severgnini) non si sono fatti alcun problema nel dare indicazioni di voto dichiarando di votare la sinistra. Ora che votarla significa vergognarsi (francamente dopo quello che ha fatto) il giornale non vuole dare nemmeno un minimo di suggerimento. È questa l’Italia falsa…