E con la giornata di oggi, ci siamo tolti la parte più corposa e dfficile dalla Réunion. Ci sarebbe da vedere anche il selvaggio Sud, ma dovrebbe essere una passeggiatina rispetto ai tour precedenti.

I buoni propositi di alzarsi presto sono stati miseramente spazzati via dalla coda chilometrica che abbiamo dovuto fare sulla autostrada per raggiungere la capitale St. Denis.

Neanche nei peggiori incubi sulla 36 a Monza può succedere una cosa del genere. Così con fatica siamo riusciti dopo un’ora e mezza ad arrvare al Roland Garros airport, più precisamente all’ufficio della Rent a Car. Insomma, è uscita una scrtta che, almeno stando alle mie scarse conoscenze del francese, consigliava il controllo del livelli dell’olio.

La signorina mi fa: “ne pas, pas problem”. Va bé, se lo dice lei, purché non mi esploda la mia Ford. Rinfrancato dalla parole della gentil signora, sono partito a razzo per il secondo circo raggiungibile con l’auto: Salazie.

Questa volta molto meno pericoloso, meno curvoso e decisamente meno impegnativo. Per di più c’era un cielo sereno che mai avrei immaginato di trovare alla Réunion. Siamo saliti rapidamente su per il paesino di Hell Bourgh. Uno dei borghi più belli della Francia… Scusate, pensavo fossi alla Réunion. Ma fa niente.

Devo dire comunque che il paesino non solo è un gioiellino e una bomboniera tenuta in modo impeccabile ma conserva davvero lo spirito creolo dell’Africa ancora non contaminato dalla Francia. Un posto davvero delizioso purtroppo con molti barboni, relegati ai margini della civilissima Francia.

Così nel pomeriggio – ormai le nuvole si erano conquistate il sereno della mattina – ci siamo attardati sulla costa nord. Un bagno nel bacino di una cascata, una visita al tempio Tamil della costa orientale dell’Isola e, questa volta glielo dovevo, un giro per i negozi di St. Denis. Certo, non più di mezz’ora nella quale mi è venuta la depressione. E poi diciamocela tutta, la capitale è proprio bruttina.

Così siamo tornati, accompagnati da un tramonto bellissimo. Il sole faceva capolino tra le nuvole. Peccato non averlo fotografato: ero imbottigliato nella solita codia della autostrda…