Hotel Gagarin


Franco Paradiso, un produttore improvvisato, viene chiamato dall'onorevole Pietro Turone, un europarlamentare senza scrupoli e corrotto, per filmare un film in Armenia con l'intento di intascare alcuni fondi che la Comunità europea eroga per la produzione di film.

Paradiso riceve il copione che è estratto dal racconto "Il viaggio di Marta" del professore Nicola, insegnante di storia alle scuole superiori. Paradiso contatta il professore e mette insieme la troupe del film ingaggiando tecnici e attori a caso per mandarli in Armenia il prima possibile. Partono quindi Nicola, l'autore del racconto, Elio, un elettricista ingaggiato come tecnico delle luci, Sergio, un fotografo spiantato ingaggiato come video-operatore, Patrizia, una prostituta ingaggiata come attrice improvvisata, e Valeria, una russa dai loschi affari ingaggiata come organizzatrice.

Le prime attività sono quelle di sopralluogo accompagnati da Kira e Aram ma dopo poco il vicino Azerbaigian bombarda il paese (nell'ambito delle rivendicazioni per la regione del Nagorno Karabakh). Come conseguenza, la troupe è costretta a rimanere nell'albergo che li ospita (l'Hotel Gagarin) in attesa di nuove istruzioni e non è possibile reimpatriare perché gli aeroporti sono chiusi. Inoltre Paradiso viene arrestato dalla Guardia di Finanza, lasciando senza soldi anche la complice che confessa tutto al gruppo.

Senza lavoro e senza possibilità di tornare a casa, i protagonisti decidono di soddisfare le richieste della popolazione locale che, affascinata dalla presenza di una troupe "internazionale", chiede di poter rivivere in prima persona le gesta dei grandi attori del cinema o di realizzare i loro sogni su una pellicola. Durante una di queste giornate si presenta Conversano, un pugliese emigrato che si offre di avvisare l'ambasciata a Yerevan per farli rimpatriare.

Al momento del ritorno, Patrizia decide di seguire Aram e di rimanere in Armenia e l'elettricista Elio fa lo stesso vivendo la sua storia con una cameriera dell'hotel, consci di non avere motivi per tornare in Italia

Mi ha sorpreso questa pellicola italiana girata in Armenia. Un piccolo gioiellino che stava partendo bene ma poi è deragliato e caduto poco dopo nel dimenticatoio.

Forse proprio perché è stato fatto da italiani ed era poco credibile.

Nonostante ciò mi è piaciuto, divertente, fresco e ben fatto. Ovvio che l’atmosfera stenta a crearsi. E il Gagarin, in cui si impersona uno dei protagonisti diventa proprio una macchietta.