Domani parto per la Mayotte (e dove si trova? – calma, adesso ve lo spiego) ma prima di parlarvi del viaggio, mi sembra giusto fare una doverosa premessa.

Mayotte è un arcipelago composto almeno da due isole maggiori tra il Mozambico e il Madagascar. Dovrebbe essere la quarta territorialità delle Comores, ma da esse differisce primo perché è territorio francese e poi perché ha una splendida barriera corallina, assente nelle altre.

Perché proprio la Mayotte?

A questa domanda non ho risposta precisa. Ma andiamo con ordine. Io della Francia non conosco niente, avrò visto quelle quattro città, un po’ di Normandia e di Costa Azzurra. Fine! Non riesco a collocare le regioni o le città su una cartina. Insomma, la Francia è stata per me una nazione misteriosa ma che non mi ha mai interessato. Però… Sì, perché la Francia non è solamente la cugina accanto all’Italia. Io conosco molto bene invece i territori d’oltremare, la Francia esotica, delle isole e solo casualmente me la sono vista quasi tutta: Guadalupe, Martinica, Reunion e Polinesia. Un territorio ultraperiferico (capite! U L T R A periferico, come se “periferico” non fosse un aggettivo abbastanza efficace), come lo chiamano i francesi, di isole bellissime e incantevoli. Mi mancava appunto Mayotte!

C’è anche una ragione non del tutto legata alle mie esigenze di viaggio. Essendo io un patito di araldica civica, mi sono sempre imbattuto nello stemma del dipartimento, uno scudo coi colori della bandiera francese sostenuto da due cavallucci marini, proprio per ricordare la bizzarra forma dell’isola, che ricorda, appunto, un ippocampo.

Del resto non sapevo niente dell’isola e ancora adesso non è che sappia molto di più.

Ma perché sono finito proprio a Mayotte? Alla fine di luglio mi sono rivolto alla mia solita agenzia viaggi con ben cinque proposte per le vacanze: Oman e Zanzibar, Namibia, Caraibi, Mayotte e se proprio proprio non riuscivo a trovare nulla, mi andava bene anche la Grecia. Oman, no perché troppo caldo. Namibia, no perché troppo affollata, o meglio non ho capito bene il motivo ma ok. I Caraibi no perché c’è il rischio di piogge e la Grecia no perché era proprio l’ultima spiaggia.

Ok per Mayotte! Inverno australe, tempo secco, poca pioggia, alisei favorevoli. Va bene per le Comores, mi disse la Donatella. Inutile rimarcare che Mayotte non fa parte delle Comores, ma tant’è… Guarda subito il volo via Parigi con Air Austral. Appena 2.500 euri a testa solo andata. Ma siamo fuori? Male. Suggerisco molto umilmente: perché non proviamo con la Kenya Airways, via Parigi e non Amsterdam, perché Schipol è incasinato? Vabbuò, mi guarda con la faccia per dire che se non c’è altro modo per arrivarci… Solleva impercettibilmente un sopraciglio per dirmi che mi devo accontentare. Ma certo, si figuri! Cosa vuoi che siano mai quelle 4 ore a Nairobi, “Nairobbery” come la conosco io, e poi diritto diritto a Mayotte? Ok. Prenotato. Vi chiederete ora se avrò prenotato anche un resort, un albergo, un qualcosa di turistico. No, nulla. Solo un Bed senza Breakfast, nella zona industriale di Mamoudzou, la capitale. O prendere o lasciare. Sono tentato di lasciare… Poi mi sono detto, ma sì…

E così mi sono ritrovato con una prenotazione per un viaggio alla Mayotte di 10 giorni. Felice io…

Ora che guardo bene però… Sto vivendo questi giorni non con tranquillità, anzi mi sto cacando sotto. Mayotte è la Lampedusa francese, è l’Europa a portata di Mozambico, è il centro di sgravamento di tutte le donne africane; la più grande maternità della Francia (sic!) è proprio a Mayotte. Insomma l’isola dell’ippocampo è un posto di immigrazione clandestina, selvaggia, che sta sfuggendo di mano ai francesi: Parigi è a 8k chilometri e il governo centrale è un po’ disattento. Sono lasciati soli. Il flusso migratorio pare sia costante e lontano da tutto e da tutti, occhio non vede…

Poi, altro elemento importante, è che non c’è nessuna guida della Lonely Planets sulla Mayotte. Questo la dice lunga, anzi lunghissima. Di solito le Lonely coprono tutti i paesi del mondo, anche quelli sgrausi, tipo la Mongolia, il Tajkistan (non so come si scriva). Ti mettono l’indirizzo dell’ultimo ostello della peggiore periferia di Havana e nulla sulla Mayotte? La cosa, pensateci, è alquanto strana.

Se solamente avessimo discusso con quella dell’agenzia i pro e i contro, se solo mi avesse detto e ripetuto: sei sicuro?, io avrei risposto candidamente con un NO e mi sarei spiaggiato su un’isola della Grecia, l’ultima proposta rimasta.

Inoltre, se avessi trovato un resort dove alla sera ci si può rilassare… no, siamo in un quartiere proprio di fronte, tanto per farvi capire, alla Iper di Grandate, col Bricocenter e i capannoni dal tetto di lamiera, dove la gente è poco raccomandabile per disperazione. Insomma chi conosce Mamoudzou? Chi di voi? Alzate la mano, please. Alle 19, al calar del sole, imporrò il coprifuoco e chiusi, barricati nel nostro appartamentino, passeremo le nostre sere davanti alla tv con Telefrance e faremo andare il forno a microonde. Andremo in giro con pochissimi soldi, senza documenti e nulla, con la nostra vetturetta dell’Europcar.

Ma non dispererò. Tanto… è Repubblica Francese, Repubblique Française. Vive la France! Che consolazione! Mi aggregherò a qualche gruppo per le escursioni e farò il giro dell’isola. Credo che andare sull’isolotto bianco in mezzo alla laguna, uno spermatozoo fecondante la laguna smeraldo della Mayotte, deve essere un’esperienza incredibile. Andate a vedere le immagini. E credo che ne valga il viaggio.

Ormai ho prenotato, accetto la sfida come atto di coraggio e di consapevolezza. Giuro che starò molto attento nella poco più grande isola d’Elba mayottana. D’altronde Mater ha sempre avuto caro il ricordo di quando era in Ghana, ora che la porto in Africa…

Insomma, spero che vada bene.

Ecco questa premessa era necessaria. Potrete dirmi che sono un deficiente e starò muto e in silenzio… ma almeno adesso saprete cosa è Mayotte e dove collocarla in un planisfero ideale. Stay tuned