Vediamo se riusciamo a scrivere qualcosa circa il secondo giorno, qui in Baviera, senza schiattare nel letto bello adormentato!

La mattina qui c’era un tempo autunnale, la pioggerellina insistente, le nuvole incastrate tra le pieghe delle montagne. Jake sul balcone ha ingaggiato un concerto canoro tra lui e il povero pettirosso che non le mandava a dire ai versacci di Jake. Giuro di aver visto una zampetta in segno di disprezzo.

La colazione nell’era del Covid, non è più colazione. Non puoi arrivare al buffet e svangarti tutto. Adesso devi indicare alla signorina cosa vuoi e lei te lo mette nel piatto. Non suona bene chiederle di mettere un chilo di speck, o il vassoio intero di fagioli. Devi contenerti per pudicizia.

Così nel cielo autun… ops di luglio, abbiamo preso la A8, diretti a Salisburgo, dove siamo arrivati in mezz’oretta senza fare acquaplaning.

Il parcheggio tanto comodo scavato all’interno della montagnucola, se lo fanno pagare bene: 20 euri per quasi una giornata. E che katze! Il tempo è migliorato però con diverse ricadute di pioggerellina. Ma nessuna tragedia.

Saliamo sulla fortezza, sfidando le nuvolaglie e le erte vertiginose. La.bellezza del panorama di Salisburgo si svelava ad ogni passo e Jake posava su tutti i muriccioli. Peccato per il traffico. Sembrava di essere sulla 36 ma in un budello che manco potevi girarti.

Una volta scesi, Mater ha scoperto il lato commerciale della città e chi l’ha fermata più? Le vivaci proteste di Jake non si contavano. Comunque siamo arrivati al parco di Mirabel con un cielo perfetto, azzurrissimo, e i giardini splendevano di verde, rosso, giallo e lillà. In questo furore Jake, preso dall’emozione, ha pensato di depositare un gianduiotto giusto per ricordare ai posteri che anche lui ha contribuito ad esaltare l’aspetto estetico.

Mater si è accasciata sulla panchina, in mano il  cellulare, e l’ho lasciata così ritrovandola nella stessa posizione dopo un’ora. Alla mia proposta di tornare indietro, mi implorava di portarla nello shopping district. Rinascendo davanti alle prime vetrine. Io e Jk ci siamo trascinati come zombie, lui anche stufo di essere appellato katze!

Al ritorno, piccolo bagnetto, giro budria, per saggiare le dolci fresche acque bavaresi.

Peccato per tutte quelle Angele Merkel che si rinfrescavano nella pozza.

Infine una cena frugale presso il lago di Chiem. Mater non riusciva a reggere e non c’era nient’altro che natura. Si è eclissata subito raggiungendo lo stato catatonico, ingozzandosi con due cotolette. E ora a nanna.