Non c’è niente di particolare da scrvere sulla giornata di oggi. Ce la siamo presa comoda, Mater non voleva più girare così ci siamo arrostiti sullo sdraio dell’hotel, fronte spiaggia. Oggi poi era una giornata eccezionale. Te pareva quando uno deve partire. Però veramente non lo capisco quando uno passa giornate intere sulla spiaggia senza fare nulla. Va a Viserbella piuttosto che alle Seychelles.
Alle due, dopo aver sfamato le mie amiche tartarughe ci siamo diretti all’aeroporto. Prima però siamo passati da Eden Island, la boriosa isola per ricchi e turisti che non si accontentano della semplicitù delle Seychelles. Giusto un gelato alla vaniglia di colore stranamente blu. Secondo me faceva pandance (si scrive così?) con il mare della baia.
Restituita l’auto con un’ammaccatura in più (del tutto invisibile, ma tanto era tutta arrugginita) e in aeroporto per l’imbargo.
La schifosa hostess delle Seychelles Airlines non ha voluto farci imbarcare una borsetta di plastica contenente alcuni vestiti (ero in pantaloncini). Devo dire che l’aereo era vuotissimo, e poi dico, passi dal duty free shop e ti puoi comprare una tartaruga gigante di pelusche grande quanto il vano dell’aeromobile: quello è permesso. Che cosa assurda! L’ho maledetta con tutto il mio cuore, avrei tanto voluto denudarmi davanti a lei ma non mi sembrava il caso. Mi sono chiuso al cesso e mi sono cambiato. L’ho maledetta per i prossimi duecento secoli.
E poi il volo tranquillo, tranquillo per Doha partendo addirittura 20 minuti prima. Siamo riusciti ad arrivare alla cosa dell’Oman puntando su Muscat. E poi l’aereo ha virato per entrare nel Golfo Persico. L’Arabia e gli Emirati Arabi li ha schifati proprio.