Ieri ero particolarmente in coma. Dopo cena, a base di pizza e pesce, sono entrato in uno stato catalettico e ho dormito a lungo per recuperare il fuso e la stanchezza del viaggio.

Oggi, di buon ora, ho fatto colazione proprio sulla spiaggia, con una brioches e crepes con il cioccolato fuso… Mi sono mantenuto sobrio. Quella accanto si è scofanata quattro, dico quattro, piatti pieni di uova, salsicce e piselli. Stica, volevo dirglielo ma poi mi sono trattenuto.

Oggi un giro per la costa nord fino ad arrivare a Victoria, la capitale, invero più piccola di Erba, però dal caos concentrato pari a quello di una megalopoli africana o indiana. Mater non si è lasciata intimorire dal folclore etnico e dalla puzza del mercato del pesce. Anzi si è infilata anche nei vicoletti degni di uno slum di Calcutta.

E dopo la mattinata siamo andati alla Despar di Eden Island, un posto per truzzi tamarri che hanno soldi per comprarsi una casa sull’acqua, a prenderci due fette di torta cioccolatosa.

Il pomeriggio abbiamo tagliato l’isola da ovest ad est, scollinando la montagna. Mater si è lanciata nell’acquisto di frutta (un’arancia e due tre frutti non meglio identificati) direttamente sbucciata dal creolo rasta. Se le avesse venduto anche del fumo probabilmente non avrebbe battuto ciglio.

La spiaggia di Grand Anse è una delle più belle viste fin’ora. Larghissima, sabbia bianchissima e pulitisssima. Peccato non aver potuto fare il bagno nel mare, particolarmente rabbioso ma ho goduto parecchio di quel paesaggio.

Il bagno me lo sono concesso nella spiaggia di fronte al mio albergo. C’era un po’ di gente ma non più di tanto. Il resto lo avete visto su fb.