Il terzo giorno qui a Capri, ci siamo concessi un giro dell’isola in barca. Di nuovo ci siamo arrancati su per la scalinata del Mulo. Lievemente meno faticosa del giorno prima ma pur sempre un’impresa. Mater ogni due gradini si sedeva per prendere fiato. Ormai ho imparato a conoscere i gradini, i cancelli delle ville, i portici, i fiori. Tutto perfetto. Arrivati sul crinale, siamo scesi dall’altro versante. Tutta una discesa dolce, qualche scalino, ma nessuna fatica. Siamo giunti a Marina Grande, un posto idilliaco per fare il bagno, ma per colpa dei sassi è tutto molto faticoso camminare sulla spiaggia. C’era già una discreta folla di bagnanti. Comunque disorganizzato. Solo un rubinetto come doccia, nessun cesso. Insomma, è la spiaggia pubblica, almeno un minimo di servizi essenziali. Gli italiani sono proprio taccagni. Questo ha minato la lucidità di Mater che ha iniziato a sbuffare. Così siamo scappati dopo un’oretta per giungere al molo dove abbiamo preso la nave per il giro dell’isola. Che dire? Fantastico. Il cielo era perfetto, nonostante qualche nuvoletta del mattino dissoltasi praticamente subito. Mater è rimasta rintanata nella cabina con la piva. Io ho fatto il trasbordo sulla bagnarola per entrare nella Grotta Azzurra. Per fortuna che hanno avuto pietà di me e mi hanno imbarcato solo con altre due persone. Già pensavo di ribaltarmi, di affondare, di avere un trauma cranico per entrare nella grotta. No, è filato tutto liscio. E la Grotta, lo devo ammettere, nonostante sia un posto altamente turistico, è magnifica. Certo, ci siamo stati solo cinque minuti, ma garantisco completamente di estasi. Il restante giro dell’isola è andato bene. Mater si è riconciliata con se stessa e davanti a faraglioni è uscita dalla cabina e si è unita a tutti gli altri per ammirare le bellezze della costa e del mare. Una volta approdati a Marina Grande ci siamo fatti spennare da un baretto fronte mare, ma non avevi altra scelta. 6 euri per una bottiglietta di Ferrarelle da 500 ml. Ladri e il mangiare, un pezzetto mignon di pizza e una coppa di gelato non erano poi granché. Col caldo ormai fuori controllo, con la fila del bus interminabile, siamo andati in centro a piedi. Mater questa volta ha iniziato a fare la lagna, l’isterica, e ha iniziato a ricordarmi che lei ha 80 anni e cose del genere. Ma alla fine il percorso era meno peggio di quello che pensava e meno ripido. Alla fine si è rinvigorita tutta, una volta in centro, dove abbiamo fatto lo shopping. Poi volevo scendere da via Krupp ma una volta raggiunti i Giardini di Augusto, abbiamo scoperto che era chiusa. Questa volta sono stato io smadonnare. Un cartello dal centro, no? Ero zavorrato come un mulo, ero stanco e ho dovuto risalire mezzo pendio per tornare in centro. Ho veramente imprecato l’universo e con fatica disumana siamo riusciti ad arrivare alla piazza dei bus dove abbiamo preso quello per Marina Piccola, con buona pace di tutti.