Across the Universe


1966. Un giovane operaio navale di Liverpool di nome Jude viaggia in nave verso gli Stati Uniti in cerca di suo padre Wes. Non si sono mai incontrati ed il padre non sa dell'esistenza di Jude. Mentre cerca di suo padre a Princeton, Jude fa amicizia con Max, ragazzo ricco e ribelle, e sua sorella, Lucy. Quando Max lascia il college e si trasferisce a New York, Jude va con lui. Max lavora come tassista, mentre Jude cerca di trovare lavoro come artista indipendente. I due diventano compagni di stanza e condividono l'appartamento con altre persone: una donna di nome Sadie, che è la loro padrona di casa e aspirante cantante; Jojo, un chitarrista che arriva da Detroit dopo la morte del fratello minore; e Prudence, una giovane lesbica. Lucy si unisce a loro dopo che il suo fidanzato, Daniel, viene ucciso nella guerra del Vietnam.

Lucy e Jude si fidanzano, così come Sadie e Jojo, e questo porta Prudence alla depressione. Quando Max viene mandato in Vietnam, Lucy viene coinvolta in un gruppo anti-guerra, estremo, che porta a tensioni con Jude. Il ragazzo infatti è infelice per colpa della quantità di tempo che Lucy trascorre con il gruppo politico, fino a portarlo a sospettare che il suo leader, Paco, sia un seduttore che inganna le donne. L'arte di Jude e il suo rapporto con Lucy iniziano a rovinarsi. Nel frattempo, Sadie ha formato una band con Jojo come suo chitarrista. Si guadagna l'attenzione di un manager che le consiglia di firmare un contratto con una casa discografica, ma senza la sua band di supporto. Questo porta ad una rottura tra Sadie e Jojo, sia musicalmente che romanticamente.

Le divergenze tra Jude e Lucy crescono. Un giorno, Jude entra negli uffici del gruppo politico di cui Lucy fa parte e viene espulso dopo una rissa con Paco. Questo provoca un forte litigio tra la coppia, che porta alla loro definitiva rottura. Dopo qualche tempo Jude la ritrova in una manifestazione contro la guerra alla Columbia University, durante la quale molti manifestanti, tra cui Lucy, vengono arrestati. Quando cerca di aiutarla, Jude viene anch'egli arrestato. Il padre di Jude riesce a convincere la polizia a non intraprendere ulteriori azioni per l'attività alla protesta, ma non può provare che Jude è suo figlio, quindi il giovane viene inviato in Inghilterra.

Max è rimasto ferito in Vietnam ed è mentalmente turbato dalla sua esperienza di guerra. Intanto Lucy rimane coinvolta nel suo gruppo anti-guerra, che sta diventando sempre più violento. Allora Lucy va alla vecchia sede del suo gruppo per parlare con il dirigente ma scopre che Paco e alcuni dei suoi seguaci fabbricano bombe e quindi decide di lasciare il gruppo. Subito dopo una delle bombe esplode, distruggendo l'edificio. Jude legge dell'esplosione su un giornale di Liverpool ed è preoccupato del fatto che Lucy possa essere rimasta uccisa. Poi sente da Max che lei è viva, e si organizza per tornare negli Stati Uniti legalmente. Incontra Max, che lo porta da Sadie, che sta tenendo un concerto sul tetto di un grattacielo, sede della casa discografica che ha messo sotto contratto la band. Lucy dovrebbe essere lì per incontrare di nuovo Jude, ma nessuno riesce a trovarla, e il gruppo è costretto a lasciare il luogo appena arriva la polizia. Jude riesce a sgattaiolare di nuovo sul tetto e comincia a cantare "All You Need Is Love", cercando Lucy tra la folla. Il resto della band, tornato sul tetto, lo accompagna con le sue voci e strumenti. Della ragazza però nessuna traccia. Allora Jude sorride tristemente e fa per lasciare il tetto, ma Max improvvisamente indica la palazzina di fronte, Jude si gira e vede Lucy in piedi sul tetto. Sorridono l'un l'altro con le lacrime agli occhi, e lo schermo sfuma verso nuvole bianche e cielo blu.

Magnifico, che ti entra nel cuore. Non sono un fan delle canzoni dei Beatles, anzi non le conoscevo proprio. Eppure di questo film, un musical interamente dedicato alla band inglese, ho amato tutto, proprio tutto. Fotogramma dopo fotogramma.

Mi piacciono le immagini in cui Max, uno dei protagonisti, si sottopone alla visita medica prima di partire per la guerra del Vietnam. La scena dove alcuni soldati che trascinano sulle loro spalle la statua della Liberta cantano “She’s too heavy” è bellissima.

Sono stato attratto dalla canzone psichedelica “I am the walrus”, interpretata niente meno che Bono Vox.

Indimenticabile il pezzo in cui Joe Coker fa la parte del pappone mentre scorrono le note di “Come togheter”.

Mirabile anche la canzone “Let it be”, cantata da un ragazzino di colore durante le rivolte di Detroit, infarcita con le scene di violenze. Ma soprattutto commovente lo spezzone dove un paio di soldati annuncia alla famigliola la dipartita di un militare.

Davvero mi ha proprio stregato e non smetterei mai di guardarlo.