Non so bene cosa abbia scritto ieri sul blog. Mi sono proprio addormentato. Ero talmente stanco e così stufo di andare in giro, che siamo andati addirittura a mangiare al Burgher King, proprio di fronte l’albergo.

Lo so. Perdonatemi, mi vergogno a morte, ma non ne potevo più.

Oggi però mi sono ripreso e, dopo la colazione con baguette (i croissant meglio lasciar perdere) e nutella, sono partito di buona lena per la parte interna dell’isola. Così, giusto per toglierci la parte più corposa.

Siamo andati con l’autostrada fino a Saint Louis e poi siamo saliti lungo i costoni del canyon del Circo di Cilaos.

Cosa vuoi che siano quelle quattrocento curve in 37 km? Nulla, proprio nulla. La mia Ford nuovissima è riuscita a farcela come se niente fosse.

Certo, non le ho contate tutte ma alla guida della Lonely Planets ci credo per cui non metterei mai in discussione una loro affermazione.

Ad ogni altarino con il crocifisso o la madonna ci fermavamo, si sa mai… prima di finire in un dirupo o in un canalone.

Arrivati su in alto a Cilaos, c’era il mondo intero, anche colpa del mercato e della bellissima giornata. Ovviamente ingorghi e caos infernale. Così me ne sono uscito subito per percorrere i lati scoscei del Circo.

Splendido. Ad ogni curva ci fermavamo per fotografare e per ammirare gli incantevoli scorci. La cocciuta di mia madre era in giro con i sandaletti e non riusciva a percorrere neanche cento metri senza perdere l’equilibrio.

I prati verdi, i campi di lenticchie, i muraglioni, le orchidee, le piscine naturali. Respiravo a pieni polmoni ed era un tutto così perfetto e naturale che ho accettato tutti gli Auchan e i Leroy Merlin che lambivano l’autostrada.

Alle due, ormai il mercato era finito, i supermercati chiusi, si poteva finalmente camminare nel centro del paese. Dalla chiesa abbiamo percorso tutto il corso centrale. Era la Bormio della Reunion, Addirittura c’erano le terme.

Ma abbiamo avuto altro tempo per scalare una montagnucola, chiamata la Roccia Meravigliosa, presso la cui pietra le donne infertili appoggiavano il ventre. Io la pancia ce l’ho ma non credo di avere problemi di infertilità. Anzi non mi sono proprio posto questo problema.

E così alle 16 prima che diventasse buio e, questa volta per davvero, pericoloso, abbiamo ripercorso le 400 curve e siamo giunti a Saint Louis in un battibaleno, sulla cui spiaggia ci siamo fermati per stemprare la tensione e ammirare il tramonto…