È notte fonda in questo agosto non caldo. Vorrei scrivere tante cose, mettere nero su bianco i miei pensieri e le sensazioni.
Ma mi sento vuoto. Non sento neppure il cuore pulsare. Ho raggiunto l’atarassia?
Neanche un’extrasistole! È possibile?
Quasi quasi vado a farmi un elettrocardiogramma per sincerarmi di questa anomalia.
Più che per mancanza di emozioni, probabilmente, è per il grasso accumulato nello spazio pericardico che attutisce i batti del cuore.
Lasciamo da parte l’ironia. Si diventa adulti, e le passioni adolescenziali, quelle per le quali avresti fatto le più grandi stronzate della tua vita, ormai non sono che un vago ricordo.
Volevo scrivere chissà quali cose, ma il sonno mi avvince e mi avviluppa nel suo manto. Sto chiudendo gli occhi: vorrei sentire una voce, anche flebile, venire dal di dentro.
Nulla…
Mi ricordo montagne verdi e le corse di una bambina
Con l’amico mio più sincero, un coniglio dal muso nero
Poi un giorno mi prese il treno
L’erba, il prato e quello che era mio
Scomparivano piano, piano e piangendo parlai con DioQuante volte ho cercato il sole
Quante volte ho mangiato sale
La città aveva mille sguardi
Io sognavo montagne verdiIl mio destino è di stare accanto a te
Con te vicino più paura non avrò
E un po’ bambina torneròMi ricordo montagne verdi quella sera negli occhi tuoi
Quando hai detto, “Si è fatto tardi
Ti accompagno se tu lo vuoi”
Nella nebbia le tue parole
La tua storia e la mia storia
Poi nel buio senza parlare ho dormito con te sul cuoreIo ti amo mio grande amore
Io ti amo mio primo amore
Quante volte ho cercato il sole
Quante volte ho cercato il soleIl mio destino è di stare accanto a te
Con te vicino più paura non avrò
E un po’ più donna io sarò
Montagne verdi nei tuoi occhi rivedrò