«Three Rings for the Elven-kings under the sky, Seven for the Dwarf-lords in their halls of stone, Nine for Mortal Men doomed to die, One for the Dark Lord on his dark throne In the Land of Mordor where the Shadows lie. One Ring to rule them all, one Ring to find them, One Ring to bring them all and in the darkness bind them In the Land of Mordor where the Shadows lie.»
«Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende, Sette ai Principi dei Nani nelle loro rocche di pietra, Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende, Uno per l’Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra, Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra nera scende. Un Anello per domarli, un Anello per trovarli, Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli. Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra cupa scende»
Ecco, lo sapevo! Gli anelli, tutti dispari. E se lo dice Tolkien, il Principe degli Anelli per eccellenza, bisogna credergli.
Mai pari, però. Non uno per me e uno per te. Come quella volta al molo di Kudarah, un’isola non allineata alla curvatura dell’atollo di Ari, dove avevi impressionato tutti mentre io ero rimasto assolutamente immobile, presago di come sarebbe andata a finire.
Mai avrei immaginato, dopo sei anni, di pensare che quello tuo te lo saresti dovuto cacciare su per il cxxx…
Me l’avevi infilato al dito, stavo scrivendo prima di divagare.
A dire il vero, di fronte al mare immoto dell’oceano indiano, non eri riuscito perché l’anello era troppo stretto. Mi avresti trascinato in quella gioielleria di Pavia subito dopo il ritorno dalle Maldive.
Io non lo volevo, non volevo l’anello.
Ma sono rimasto in silenzio e a testa bassa quando la commessa mi misurava il salsicciotto del mio medio sinistro.
Il destino per te era compiuto, chiuso come la circonferenza d’oro bianco. Il tutto circoscritto dallo spazio finito di un cerchio.
L’altro spazio, visto che erano due, ai miei occhi era ridondante e privo di significato.
A dire il vero c’era già un anello. Ne eri a conoscenza. Lo custodivo nel posacenere dell’auto.
Ecco con quello, avrei potuto completare la mia personalissima saga, miserevolmente e infinitamente più corta della ben nota, da smaronamento, di Tolkien.
Ma mai incasinare le convessità, due erano tante, tre parodossalmente insufficienti e lasciavano aperte infinite soluzioni. Tu invece hai voluto chiudere i conti. La tua felicità era in quella farsa.
Farsa grottesta.
La felicità è finita quando in questo spazio cementato da te è tracimata la mia insofferenza. “Beh, che problema c’è?”, ti eri chiesto. Ti sei tolto l’anello e non te lo saresti mai più rimesso. Ma gli anelli erano lì, sovrapposti. Se a te non faceva più problema, quell’anello era una condanna e a me bruciava e faceva impazzire.
Era la consapevolezza del pari e non del dispari. Per te finiva lì, nel 2007, nella scatoletta bianca.
Quando ci siamo lasciati per tua espressa volonta alla questura di Pavia, ti ho chiesto a gran voce, anzi, te le ho urlate a squarciagola quelle parole, di darmi indietro quell’anello pari che mi avrebbe per sempre condannato.
Adesso sono lì, si annullano come la progressione aritmetica di Gauss.
Riparto da uno, dal mio anello primo, e sarà solitudine: ben venga, almeno sarà la perfezione. E tu sarai per sempre maledetto e condannato all’iniquità eterma.
E non avrai neanche la soddisfazione di infilartelo su per il culo.
Who Wants to Live Forever
There’s no time for us There’s no place for us What is this thing that builds our dreams Yet slips away from us?
Who wants to live forever, ooh
There’s no chance for us It’s all decided for us This world has only one sweet moment Set aside for us
Who wants to live forever, ooh
And touch my tears with your lips Touch my world with your fingertips And we can have forever And we can love forever, forever is our today
There’s no time for us
There’s no place for us
What is this thing that builds our dreams
Yet slips away from us?
Who wants to live forever, ooh
There’s no chance for us
It’s all decided for us
This world has only one sweet moment
Set aside for us
Who wants to live forever, ooh
And touch my tears with your lips
Touch my world with your fingertips
And we can have forever
And we can love forever, forever is our today
Who wants to live forever, ooh
Who waits forever anyway
Faccio fatica, parecchia direi, a seguire il tuo pensiero incarcerato nel profondo dell’essere, seguendo i passi di jungiana memoria. Ho provato mille volte a trovare un barlume di chiarezza nei tuoi scritti ma tutto si schiantava su quella profonda ignoranza abissale di cui riconosco possedere. Ho seguito il tuo viaggio. Non ho però capito bene…
Come non festeggiare questo giorno? Io, proprio io, che mi sono votato anima e corpo all’araldica, in particolare a quella civica. Lo ricordo l’inizio di questo cammino, eccome se lo ricordo. Al confine tra Mozzate e Gorla. Il cartello stradale e… lo stemma. In quel momento mi cadde addosso un fulmine, mi si aprì un…
E adesso mi incazzo! Ieri sono tornato da Roma e quelli di Air One sono riusciti a smarrirmi il mio bagaglio. Niente di particolare: due mutande, magliette e calzini rigorosamente sporchi e puzzolenti. Ma una cosa mi dispiace di più: i due libri di Giovanni Lombardo Radice su cui mi ero fatto apporre la dedica….
Lo stemma di Limido Comasco non è intellegibile, non è immediato come quello dei paesi limitrofi in cui compaiono castelli, spade, stelle, il cui significato si svela ad una semplice osservazione dello scudo. I bastoni gigliati posti in decusse su fondo di rosso sono un segno della famiglia Torriani, la cui giurisdizione si estendeva nel…
Il cuore aveva dato un cenno di ripresa, giusto perché gli avevo strizzato tutti i beta-recettori con l’adrenalina, ma ben presto si sarebbe appiattito su una linea asistolica dalla quale trarre ben poche speranze. I nuclei pontini, asfittici e anossici da troppo tempo, non avrebbero mandato più altri impulsi elettrici. “Exitus”, e non ci pensiamo…
Ho guardato a lungo questa fotografia ritrovata per caso, ma non riesco a ricordarmi molto. Ho solamente un vago ricordo, nulla di più. Mi sono avvicinato alla stampa per osservarla meglio. Mi sentivo come uno degli alunni de “L’attimo fuggente”, quando l’insegnante, interpretato da un insuperabile Robin Williams, invitava i ragazzi ad avvicinarsi a vecchie…