La mia università è differente

La mia università, l’Alma Ticinensis, è un’istituzione antica quasi come quell’altra, l’Alma Mater. L’importante è che sia ALMA, mica queste università che nascono così come funghi e si ispirano all’uomo vitruviano per il proprio simbolo.

Sono orgoglioso di essere stato accolto tra le braccia di una delle più blasonate università del mondo. E da lì, sono uscito direttamente con un diploma in Medicina e Chirurgia, dopo sei anni sudatissimi di percorso universitario. Altro che quelle squinfinzie che si danno arie con una proclamazione in inglese che mi ha fatto scompisciare per due giorni di seguito! Andatevela a sentire a questo link. Neanche un bambino alla recita della notte di Natale

Non entro nel merito se si possano fare 5 anni, non mi interessa contare i CFU (crediti formativi universitari) ma il proprio percorso nel più alto grado di formazione deve essere specchiato, chiaro e testimoniato. Ricordo il mio incessante rincorrere il tempo, stare notti e giorni chino sui libri, guardare i vetrini delle mucose intestinali trattate con immunosoppressore, pomeriggi interi a portare i maiali dalle fattorie di Lodi allo stabulario di Palazzo Botta, presentare la propria tesi alla Maison de Chimié di Parigi.

Guardare il calendario e prepararsi per il proprio cammino universitario. Stabilire le priorità, sentirsi liberi e leggeri dopo un esame e abbracciarsi e complimentarsi. Chiudere i tomi e aprirne altri della materia successiva.

L’Unipv mi ha dato la possibilità di fare questo, mi ha accordato questo beneficio e mi ha lasciato nel mondo da medico. Mica poco. Ecco, lo dico a scanso di equivoci e tutti dovrebbero farlo perché sono stati gli anni più difficili, meno spensierati, impegnati a dare il meglio di se stessi e a cercare di non cadere. In questo cammino ci sono stati molti punti faticosi, angoli insidiosi, passando i quali forte era il rischio di cadere e di mollare tutto. Li ricordo uno per uno e li ho passati quasi indenni.

Non avrò la laude e la “menscion” ma chi se ne frega. Onehundredandten out onehundredandten e mi basta. E l’inglese, almeno a Pavia, era una cosa seria, era il ponte gettato per la stretta collaborazione con l’Università di Pittsburgh della Pennsylvania, altrimenti col cavolo ci avrebbero concesso il tracolimus e il sacrificio del povero Jeffry A, newyorchese tossico e malato di Aids, il primo sul quale è stato sperimentato il farmaco, sarebbe stato vano.

Congratulascions!

Il logo dell’Alma Ticinensis l’ho vettorializzato io con le mie manine ed è uscita una cosa perfetta, adesso il loghetto stilizzato è veramente inguardabile ma fa niente, anche le università eccellentii hanno le loro mancanze.


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