Quando gli Scout di Como sono al disopra delle Istituzioni e della città di Como

In questi giorni di forte instabilità metereologica, ho notato che gli Scout della sezione locale si sono accampati nei pratoni dell’Oasi naturale del Bassone.

Arrivo alla sera di Sabato scorso, ormai al buio, per far defecare il gatto, sento una ridda di suoni e di voci, snaso odori provenienti da barbeque e legna bruciata e vedo levare dalla piana un intenso fumo acre che sale dai falò.

Per un momento mi sono sentito catapultato all’interno di un fumetto di Asterix, dove gli accampamenti del legionari romani erano il caos, l’entropia che distruggeva l’armonia perfetta del creato.

Ora, io non ho niente contro l’attività all’aperto! Io stesso, da solo (ripeto da solo), ho fatto camping tra le foreste della Svezia, sui vulcani delle Azzorre, sulle spiagge delle isole Figi. Ma ho sempre rispettato le regole. In Alaska ho dovuto mettere un campanello attaccato al culo prima che qualche orso fosse attirato dal suddetto lato B, ad Angorikina nell’Australia del Sud ho dovuto registrare il passaporto alla polizia prima di avventurarmi nella wild zone. Della serie: mo’ sono fatti tuoi.

Ma mi sono chiesto se questi Scout avessero i permessi necessari e potessero accamparsi in un’oasi protetta, zona di silenzio e di protezione della fauna aviaria locale. Mi sono chiesto altresì se a fronte di allarmi rilasciati dalla Regione Lombardia, di colore arancione e rosso, per rischi idrogeologici, proprio in questa settimana, potessero essere praticate attività camperistiche in zone altamente a rischio – e sappiamo quanto è piovuto in questi giorni – vicino a una roggia, a un laghetto e sopra una marcite, alias zona paludosa. Soprattutto ho avuto il pensiero che ci fossero giovani raggruppati in tenda probabilmente non vaccinati, senza esiti di pcr per Covid. Ovviamente mi sono rammentato che siamo in una situazione emergenziale prorogata fino alla fine dell’anno, altrimenti non ci chiederebbero il Green Pass.

Già mi immaginavo con l’automedica, a tirar fuori dalle fauci uno Scout sbranato da un coccodrillo oppure schiantato a terra dopo un balzo con la liana, oppure preso in ostaggio dai pirati del Bassone (e mi sembra che ci sia una folta delegazione da quelle parti).

A parte gli scherzi. Ho fatto presente la cosa alle istituzioni. Gli Scout di Como sono irreperibili (soprattutto il responsabile), il referente del Comune di Como ha borbottato qualcosa dicendo che no, non era al corrente, ma ha fatto spallucce, la Polizia Locale di Como, sempre attenta a dimostrare che la città di Como con i suoi abitanti è resiliente di fronte alle tragedie e alle esondazioni del Lago, ha fatto scena muta ma ha i canali social ed è avantissima anni luce (!). Anzi mi è stato fatto presente che hanno la casettina lì. Sì, ho risposto, ma non nei campi fuori il recinto di casa loro. Il WWF, bé, lasciamo perdere. Il degrado della zona è sotto gli occhi di tutti.

Sono qui, dopo una settimana, il campo sta per essere smontato, per cui presumo che per una settimana i suddetti Scout abbiano fatto attività “en plein air” perché le tende erano al loro posto come potete vedere dalle foto.

Mi sono almeno consolato che durante la settimana non ho dovuto prendere nessuno e a nessun novello seguace di Baden Powell ho cacciato giù il tubo in gola ma…

Ora, grande rispetto per gli Scout ma almeno volevo delle risposte. Nessuno me le ha date e questo silenzio, a casa mia, è un’ammissione di colpa. Spero di essere vivamente smentito. In caso contrario voi del Comune di Como non diramate più inviti alla prudenza e di stare attenti. Io andrò davanti alla Breggia (come dicono gli Svizzeri) e farò fotografie, mi farò il selfie da portare a ricordo di questa adrenalinica fase comasca come del resto i turisti ieri sul lungolago, che non guardavano le bellezze ma i tronchi e le ruspe. Io sono qui e se volete vi faccio vedere il mio Green Pass ma dovrete cercarlo in zone anatomiche molto compromettenti. In caso contrario, inoltre, vedrò una bella crepa affacciarsi sul giglio degli Scout.

Non vorrei mai che l’istituzionalità degli enti citati venisse offuscata dalle zone d’ombra come nel simbolo del WWF il cui significato è intellegibile soltanto attraverso le macchie scure degli occhi, delle orecchie e delle zampa del panda.

Venghino lor signor nel paese delle meraviglie e dell’omertà. Venghino nella Città di Como.


Articoli simili

Lascia un commento