Manolo, infervorato dalla discussione pruriginosa in merito al povero omuncolo, autista di bus beccato in fragra flagranza di reato proprio nel momento in cui stava venenendo (ops), aggiunse alla fine che i colleghi erano tutti sollevati da una constatazione certa: nella ASF almeno non ci sono culattoni. Per fortuna!
Sai, un uomo, accostato il bus di sera, a Civiglio – porcoggiuda aveva pure le quattro frecce – viene sgamato durante una sveltina da un carabbiniere non in serivizio che con celerità sospetta (confermandomi l’assoluta inutilità di questo ente) fa venire (è il caso di dirlo) la pattuglia direttamente da Brunate, manco dovesse prevenire (ed è di nuovo il caso di dirlo) chissà quale crimine!
E così il fattaccio è arrivato direttamente all’attenzione di Manolo, che si è sentito in dovere di dire la sua. Già, il problema non è l’eventuale reato configuratosi nell’utilizzare un mezzo pubblico per un’evenzienza privata ma la purezza della Azienda, ligia e dura (è il caso di dirlo per la terza volta), che innalza l’ideale del vir saggio e procreatore da quando ha scoperto la nudità di Eva, incarnato dai suoi dipendenti.
E sì, caro Manolo – il nome non è casuale – grazie a te oggi ho imparato che ASF significa Azienda Senza Froci. Adesso posso andare a letto tranquillo e dormire dolci sogni…
E sono 30! Come il voto che tutti noi studentelli speravamo di prendere agli esami. 30 anni dalla laurea, da quel 23 settembre del 1993. 30 come una gran parte di voti che ha riempito il mio libretto curricolare. Ma anche molti 29. Ecco, il 29 è un voto che non capisco. O è 30…
Per fortuna che il biglietto di questa pellicola non costava nulla, altrimenti ne avrei richiesto il rimborso. Osannato al Cinema di Venezia, il film è una cagata colossale e mette a dura prova l’intelligenza degli spettatori. Ferro e Cate, due cretini -ma che nomi sono?- dopo aver scopato si ritrovano con una sorpresa nella pancia…
Solo un emerito imbecille, anzi un grandissimo idiota, può pensare che utilizzare i presidi medicali al fine di capire un loro utilizzo sia una gogliardata. Diglielo a quello di ieri, giovane ancora, purtroppo deceduto, le cui fibre cardiache avevano deciso di mandare a fanculo tutte le leggi di Starling. Non c’era modo di farle contrarre….
Cara Polizia, oggi, dopo più di due mesi e mezzo, ho portato mia madre agli uffici della Questura per il rinnovo del Passaporto. Due mesi e mezzo: era il 29 ottobre 2017. Quando ho prenotato l’appuntamento, non volevo crederci che il primo giorno libero nel calendario fosse a metà dicembre del 2018. Ma vi rendete…
E siamo arrivati a sette e tu sei ancora con me. Non ci credo che tu sia riuscito a sopportarmi per tutto questo tempo. Infatti adesso vedremo se non subentrerà la crisi del settimo anno. Infatti sono memorabili le tue fuitine. Poche, ma intense e amplificate dalla tua testardaggine nel non voler rispondere agli insistenti…
“Carletto, dovrà chiamarsi Carletto!”La voce sbiascicata di mio padre cercava di sovrapporsi a quella di mia madre che insisteva nel chiamarmi con un altro nome.Doveva essere ubriaco, e quando dico “ubriaco”, lo era per davvero. Non voleva sapere ragioni. Per lui era quello il nome che avrei dovuto portare per tutta la vita.“In onore alla…