Sette anni

E siamo arrivati a sette e tu sei ancora con me. Non ci credo che tu sia riuscito a sopportarmi per tutto questo tempo. Infatti adesso vedremo se non subentrerà la crisi del settimo anno.

Infatti sono memorabili le tue fuitine. Poche, ma intense e amplificate dalla tua testardaggine nel non voler rispondere agli insistenti richiami del padrone. Hai voglia a sgolarmi solo per riuscire a farti insinuare il dubbio che il padrone, il tuo oggetto di schiavitù, è un pochino in ansia!

Tanto a voi gattacci non interessa niente di come sta il padrone. Il problema è solamente il vostro strasmisurato ego e degli altri, del mondo intero non frega nulla. Dopo sette anni, sono ancora qui a chiedermi se mi vuoi bene, se nel caso in cui dovessi per qualsiasi motivo abbandonarti, tu ci soffriresti, se quella mano posata sul tuo testolino possa essere indifferentemente sostituita da quelle altre migliaia di mani che ti hanno accarezzato.

Devo imparare a cambiare prospettiva. Non sei tu ad aver bisogno di me. È esattamente il contrario. E se ci penso, è vero. Di te riesco a a farmi andare bene tutto quello che in una persona non riuscirei a sopportare: il menefreghismo, l’egoismo, la testardaggine, e mille altri atteggiamenti che non esiterei a definire difetti.

Ma in te è tutto perfetto, anche la sfacciataggine di chi se ne frega di tutto il resto, delle regole comuni. Se vuoi andare sotto un albero, te lo puoi permettere, se stare sotto il letto quando sono li a mendicare due coccole, rifiutare il cibo quando non gradito e non c’è verso. Lo devo buttare. E io ti guardo con amorevolezza e non sono certo di quanto questo sentimento riesca a raggiungere il tuo cuore indomito.

Eppure… ti amo lo stesso. Con te, ho scoperto quell’amore che non sono mai riuscito a provare per le persone. Se mi tieni il muso, se scappi, se mi svegli, se butti giù dalla scrivania ogni oggetto, ecco, ti prendo per quello che sei, ti accolgo nel mio cuore. E non vuoi farti accarezzare, se inizi a protestare in modo vibrato, ecco per me non ha alcuna importanza.

Accettarti per quello che sei. Queste parole così sagge non sarei mai riuscito a dirle a nessuno, ma neanche se fosse venuto dio in persona. Non sono pensieri banali. Il mio amore per te è totalizzante, appagante, libero e sincero. Usti come stiamo volando in alto, quando invece non ti meriteresti neanche mezza sillaba di queste parole che ti sto dicendo.

Ma chi se ne frega, appunto: chi se ne frega! Ti prendo, ti stringo la coda, di guardo negli occhi e per me va bene così. Se poi mi restituisci una zampata, o se mi infili i denti nelle mani, o se ti metti a miagolare per protesta, fa niente. So che ci sei, e solo per il fatto che tu esisti, io sono un uomo migliore, perché mi fai ridere, piangere, preoccupare, mi fai andare alla Esselunga a comprarti le scatolette, controllo i tempi delle tue pisciate e delle tue cagate. E so che i tuoi bisogni sono quelli.

Anche se mi consideri uno schiavo, perché la mia vita ruota in base alle tue esigenze, il mio amore invece è liberissimo, è forte, è indipendente e, almeno mi illudo, lo sarà anche il tuo nei miei confronti.

Buon compleanno.


o son sicuro che, per ogni goccia Per ogni goccia Per ogni goccia che cadrà, un nuovo fiore nascerà E su quel fiore una farfalla volerà Io son sicuro che, in questa grande immensità Qualcuno pensa un poco a me Non mi scorderà Sì, io lo so Tutta la vita sempre solo non sarò Un giorno troverò Un po’ d’amore anche per me Per me che sono nullità Nell’immensità Nell’immensità Sì, io lo so Tutta la vita sempre solo non sarò E un giorno io saprò D’essere un piccolo pensiero Nella più grande immensità Del suo cielo Del’immensità Del’immensità

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