Not anymore y2k

Che bello quel tempo in cui scorazzavo libero e felice tra le strade assolate del New Mexico nel 2000. Una tappa che non avrebbe mai dovuto finire. Io tranquillo, a scottarmi i piedi sulle dune arroventate del deserto White Sands, quello proprio accanto alla base missilistica di Alamogordo, pronto per nuove avventure in un altro deserto, quello del Sonora, dove la polizia messicana, ad un posto di blocco, mi puntava la mitragliatrice per farmi fermare. Per fortuna che avevo fatto l’estensione dell’assicurazione in un ufficio “aci” di El Paso (che bravo bagai!). Ma certo che non parlo spagnolo, nemmeno voi mi sembra parliate inglese. Dunque?

E così via, spediti sul confine tra Messico e Usa. Nessun timore, nessuna paura tra le favelas di Tijuana, solo tanto desiderio di libertà e il sentirsi invincibili. Non avrebbe dovuto finire mai quel tempo, quando vivevo alla giornata, quando le stelle spiovevano sulla mia testa e guardavo la pista di un aeroporto che si allungava dritta proprio davanti a me. Il sacco a pelo veniva riposto nel baule dell’auto e si ripartiva.

Invece, dopo poco più di vent’anni, sono un catorcio, sono vinto dallo scorrere del tempo. Cieli azzurri che si schiudevano ai miei occhi appena sveglio non ci sono più… Certo non mi accontento ma faccio sempre più fatica. Mi impigrisco, sono sciatto, mi lascio andare. Sono un ridicolo omuncolo con un gatto che mi è grato solo per quella razione di crema pasticcera e poco più…

Non più l’inizio di un nuovo millenio, con il timore di un bug, che non c’è mai stato… Pazienza. Non voglio più illudermi, sentire quelli che mi dicono che dimagrendo e andare in palestra, mi farebbe sentire meglio. Certo, vent’anni prima, non dopo. La consapevolezza è mia. E il ricordo della libertà è rinchiuso per sempre nel mio cuore…


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