Un brivido fremente mi percorre la schiena al solo pensiero di passare un pomeriggio con te in macchina, al ristorante o al cinema. Ostentando sempre indifferenza.
Sono lì ad osservarti sottecchi, cerco di esserti accanto come vorresti tu, senza invadere i tuoi spazi. Sono sempre presente a te perché il mio pensiero non vada perso; vorrei farti capire quanto sia importante per me amarti benché sia a senso unico e una felicità amara.
Ti metto piccoli oggetti in tasca -tappi delle bottiglie, un cucchiaino, delle bustine dello zucchero, un biglietto da vista- perché al tatto non dimentichi che qualcuno ti pensa e ti vuole bene.
Non mi limito a sciogliere una bustina di fluimucil o una compressa di azatromicina da 500 mg per farti passare la tosse; non è solo preoccuparsi per te o voler bene…
È’ mettersi in gioco pericolosamente, un tentativo azzardato per trovare l’amore. Mi piace da matti giocare; accedere al limitare del confine del tuo spazio. Se non lo facessi sarei uno stolto. Lo voglio ora, voglio correre il rischio ma sempre consapevole. Tanto io ho chiuso con i giochi di società. Tanto, abbiamo visto tutti come finiscono. Per cui apriamo un altro tavolo e buttiamo giù i dati e costruiamo le case e i palazzi sul piano del Monopoly.
Tanto ad ogni giro guadagni qualcosa se non perdi tutto, se non finisci in galera. Gioco ma sono serio, accetto la sfida…
Se il rapporto dura da un po’, è infatti probabile che la sufficienza, il bonario compatimento o, nel peggiore dei casi, il “virile” disprezzo per quello che voi chiamate o riconoscete come “amore” vi abbia contagiato. Soffrite doppiamente perché, attraverso il suo sguardo, vi sembra di soffrire per qualcosa di irrilevante, una schiocchezza, un capriccio. Questa sensazione è profondamente sbagliata e, a sua volta, ingiusta verso voi stessi. Se lui non può essere diverso da quello che è, non potete esserlo neanche voi. Nessuno ha torto e nessuno ha ragione e, come insegna Racine, è proprio questo il nucleo delle vere tragedie…
A domani ad Amsterdam. Buon Anno
Il mare verticale – Paolo Benvegnù
Come scavare a mani nude nella terra Per sentire il sangue mescolarsi con la pioggia Cauterizzare le ferite, vivere per il solo senso che haCome nuotare in un oceano congelato Per sentire il cuore che ti esplode dentro il petto Vivere per immaginare, per percepire il solo senso che haMa io lascio che le cose passino e mi sfiorino Perché non sono ancora in grado di comprenderle Io lascio che le cose passino e mi sfiorino Perché non sono ancora in grado di comprenderle Io lascio che le cose passino e mi sfiorinoEssere deboli in un mare verticale Sentire quanto i rischi possano aumentare E odiare per sentirsi vivi Per percepire il solo senso che haE improvvisamente ritornare primitivi Essere comici e tornare primitivi E bere il sangue del nemico solo per gustarne la diversitàIo lascio che le cose passino e mi sfiorinoIo lascio che le cose passino e mi sfiorino E lascio che le cose passino e si sfiorino Io lascio che le cose passino e mi sfiorino Perché non sono in grado di comprenderle Io lascio che le cose passino e mi sfiorino Perché mi sfiorano Io lascio che le cose passino e si sfiorino Senza toccarsi
Come scavare a mani nude nella terra
Per sentire il sangue mescolarsi con la pioggia
Cauterizzare le ferite vivere per il solo senso che ha
Come nuotare in un oceano congelato
Per sentire il cuore che ti esplode dentro il petto
Vivere per immaginare per percepire il solo senso che ha
Ma io lascio che le cose passino e si sfiorino
Perché non sono in grado di comprenderle
Essere deboli in un mare verticale
Sentire quanto i rischi possano aumentare
E odiare per sentirsi vivi
Per percepire il solo senso che ha
E improvvisamente ritornare primitivi
Essere comici e tornare primitivi
E bere il sangue del nemico solo per gustarne la diversità
Ma io lascio che le cose passino e si sfiorino
Perché non sono in grado di comprenderle
Io lascio che le cose passino e si sfiorino senza toccarsi
Quando il direttore di facoltà, uomo insignificante di cui non ricordo neppure il nome, in quel 23 settembre di 20 anni addietro, mi nominò Dottore in Medicina e Chirurgia, mi sentii profondamente deluso che non avessero aggiunto la lode al voto pieno e tondo. Caspita! Me la meritavo tutta. Non ero assolutamente stato lì a…
Avevo scoperto dell’esistenza dell’ATLS nel 1995, quando la dottoressa A., appena fresca di specializzazione e di parrucchiere (ricordo i suoi capelli ramati sul cerone e un trucco pesantissimi), ci tenne una lezione al corso di specializzazione di Chirurgia d’Urgenza e di PS. Non ho molti ricordi di quelle lezioni, ero per lo più assonnato in…
E sono sei. Sei lunghissimi anni passati in un attimo. Ti sono sempre stato vicino e non ti ho mai abbandonato. Sono stato un compagno fedele con il quale camminare e affrontare le prove della vita. Sarebbe dovuto essere il contrario. Mi sarei aspettato da te un minimo di complicità e gratitudine. Invece ho imparato…
Pensavo a lui quando mi hai abbracciato stretto. Al suo sorriso meraviglioso impresso nella gigantografia al Museo della Cosmonautica all’interno della Mostra Permanente VDNKh di Mosca. Gagarin, sì, proprio lui, un uomo bellissimo, che mi salutava probabilmente dallo spazio. In quello spazio che nessuno di noi vi ha mai messo piede. Eravamo tu ed io…
E adesso mi incazzo! Ieri sono tornato da Roma e quelli di Air One sono riusciti a smarrirmi il mio bagaglio. Niente di particolare: due mutande, magliette e calzini rigorosamente sporchi e puzzolenti. Ma una cosa mi dispiace di più: i due libri di Giovanni Lombardo Radice su cui mi ero fatto apporre la dedica….
Il 4 febbraio è nato Jacques Prévert. Non lo sapevo, credo che lo abbiamo detto alla Tv. L’ho conosciuto secoli fa, alle superiori, per una sua poesia, quando studiavo francese. L’ho incontrato di nuovo al liceo dopo aver acquistato un suo libro di poesie. E le ho lette tutte. Io non amo la poesia in…